Domande frequenti

Quello che avresti sempre voluto sapere sui Disturbi del Comportamento Alimentare

Molte persone ci fanno domande simili sui Disturbi Alimentari. In questa pagina abbiamo raccolto le domande sui Disturbi del Comportamento Altimentare che ci vengono rivolte più frequentemente e cercato di dare delle risposte.

Nel caso in cui abbiate una domanda che non è ancora inserita nella nostra rubrica FAQ ce la potete inviare tramite info@infes.it. Noi cercheremo di rispondervi. Ci riserviamo il diritto di verificare, se le domande a noi indirizzate siano adatte ad essere inserite in questa rubrica.
Punti interrogativi colorati (@pixabay)

Cosa sono i Disturbi Alimentari?

Cosa sono i Disturbi Alimentari?

I Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA o più semplicemente Disturbi Alimentari) sono malattie psicosomatiche. Le persone colpite cercano di neutralizzare conflitti interiori, difficoltà che sembrano insormontabili, stress o sensazioni di inadeguatezza, controllando l’alimentazione ed orientandosi a degli ideali di peso corporeo. Per chi soffre di un disturbo alimentare, l’alimentazione è una lotta quotidiana, tutto gira attorno al cibo, al mangiare o non mangiare e al peso corporeo. Lo stato d’animo che accompagna queste malattie è un senso di scontentezza tendente alla depressione. 

La diagnostica internazionale definisce tre disturbi alimentari:
  • anoressia nervosa
  • bulimia nervosa
  • Binge Eating Disorder (disturbo da alimentazione incontrollata, detto anche DAI o da abbufate compulsive).

In realtà si riscontrano spesso forme miste e forme non meglio specificate, dette EDNOS (Eating Disorder Not Otherwise Specified) che, pur non corrispondendo ai criteri che definiscono un DCA, creano nei soggetti colpiti e/o nei loro famigliari un forte disagio e comunque possono essere un primo passo verso un disturbo più grave. 
Informazioni più dettagliate sulle diverse forme dei DCA le potete trovare per esempio sul sito della rete regionale del Veneto oppure sul sito del Ministero della salute.

Se pensi di poter soffrire di un DCA, puoi provare al fare il nostro test di autovalutazione
 
Foto: chocolat01

Cosa causa un DCA?

Cosa causa un DCA?

Non c’è mai una sola causa che porta ad avere und Disturbo Alimentare ma devono entrare in gioco diversi fattori. Dietro ad ogni DCA c’è una storia individuale carica di vissuti più o meno traumatici, difficili, o semplicemente percepiti come tali. Questi vissuti riempiono il vaso e in alcuni casi la classica goccia lo porta a traboccare. 
La nostra società, col suo ideale di magrezza e sixpack, suggerisce alle/ai giovani, che ad essere magre*i, o avere i muscoli ben sviluppati, si è persone migliori. Poi subentrano fattori personali, famigliari, biologici e sociali, che vanno sempre considerati di caso in caso. 

Si può pensare allo sviluppo di un DCA come al classico vaso che viene riempito da moltissimi fattori, finchè la classica goccia (un evento scatenante) lo fa traboccare.
 
Nella nostra cultura abbiamo l’abitudine di cercare le cause per un disturbo psichico nelle dinamiche famigliari e soprattutto nel rapporto fra madre e figlia, anche se le esperte e gli esperti hanno corretto da molti anni questa visione antiquata. In ogni famiglia, anche in quella più sana, troviamo dinamiche problematiche, se le andiamo a cercare. I genitori tendono sempre e comunque a sentirsi in colpa, quando le proprie figlie o figli non stanno bene. Ma coi sensi di colpa non possiamo riuscire ad essere di sostegno ai nostri ragazzi e ragazze. L’importante è che la famiglia sviluppi delle strategie, per affrontare tutte le difficoltà e gli stati d’animo, che un disturbo alimentare porta con se: stati d’ansia, senso d’impotenza, rabbia. In questo processo noi dell'Infes cerchiamo di essere d’aiuto. 
 
Ulteriori informazioni le troverete anche nel nostro libretto "Buon appetito" e nell’opuscolo per famigliari.
 
Foto di Jill Burrow da Pexels

Si può guarire un DCA?

Si può guarire un DCA?

Da un DCA si può guarire. Il modo migliore per uscirne è affrontare un percorso terapeutico multidisciplinare. Le ragazze vengono visitate e poi seguite sia dal punto di vista medico, che nutrizionale, che psicoterapeutico. In caso di incertezza o dubbio, un colloquio in un consultorio o presso un ambulatorio specialistico può fare chiarezza, tranquillizzare ed aiutare a decidere che passi fare.  

Se desiderate una prima consulenza a Bolzano, potete richiederla direttamente da questo sito.
 
Foto aus eigener Broschüre

Cos'è l'indice di massa corporea IMC o BMI?

Cos'è l'indice di massa corporea IMC o BMI?

L’indice di massa corporea IMC, detto anche BMI dall’inglese Body Mass Index, è un indice per valutare il peso di una persona in relazione alla sua altezza. Per calcolare l’IMC si divide il peso corporeo in chili per l’altezza in metri al quadrato.
L’IMC o BMI è un indice da prendere un po’ con le pinze, perché non tiene conto della corporatura, del genere, né della massa corporea individuale. Quindi una persona con un’ossatura più pesante, più massa muscolare e meno massa grassa, risulterà più pesante rispetto ad una persona della stessa altezza e corporatura, ma ossa più leggere e meno muscoli.
L’IMC però mostra che non esiste un peso perfetto o un peso ideale, ma che il peso sano di una persona rientra in un range di circa 15 chili.
Per il personale sanitario il calcolo dell’indice di massa corporea IMC o BMI può essere un aiuto in caso di forte sovrappeso o forte sottopeso, per valutare la gravità della situazione.

Come si riconosce l’anoressia?

Come si riconosce l’anoressia?

Persone che soffrono di anoressia sono notevolmente magre, o hanno comunque perso molto peso in breve tempo. Nonostante di solito abbiano un atteggiamento comunicativo e sensibile nei confronti degli altri, è difficile avvicinarsi a loro sul piano emotivo, perché hanno un accesso molto limitato al loro mondo interiore e quindi ne impediscono l’accesso anche agli altri. Le persone ammalate di anoressia solitamente o non riconoscono o negano i propri bisogni, per cui si privano di ogni sensazione piacevole. Vivono il proprio corpo come un nemico da tenere a bada e sotto controllo. Dei tipici sintomi possono essere:
  • una voluta perdita di peso
  • contare le calorie o pesare gli alimenti
  • mangiare in maniera estremamente lenta 
  • parlare spesso di cibo, cercare ricette, sfogliare libri di cucina
  • cucinare o fare dolci per gli altri, solitamente senza poi mangiarne
  • una percezione distorta del proprio corpo 
  • un controllo assiduo del proprio peso 
  • un eccessivo bisogno di muoversi e praticare sport
  • una forte riduzione dei contatti sociali 
  • una bassa autostima
Le persone colpite spesso fanno finta di mangiare o raccontano di avere già mangiato. Il cibo diventa un ossessione, a volte fanno abuso di lassativi e diuretici e hanno difficoltà ad ammettere la propria malattia anche se sono evidentemente sottopeso. 

Se pensi di soffrire di anoressia puoi provare il nostro test di autovalutazione.
 
Foto di photosforyou da Pixabay

Se a volte mi abbuffo, soffro di un DCA?

Se a volte mi abbuffo, soffro di un DCA?

Ognuno di noi conosce quelle situazioni, in cui ci si abbuffa mangiando troppo e in modo sregolato. Dopo ci si sente un po’ in colpa, ma di certo non si tratta di un disturbo alimentare. Il problema nasce quando ci si abbuffa
  • regolarmente,
  • più volte in settimana,
  • spesso programmando le abbuffate, magari andando a fare la spesa appositamente. 
Se una persona soffre di abbuffate, con la sensazione della totale perdita di controllo e conseguente sovrappeso, parliamo di Binge Eating Disorder (BED), o Sindrome da Abbuffate Compulsive o anche Disturbo da Alimentazione Incontrollata (DAI). Si tratta di un disturbo del comportamento alimentare che va curato. 
Alcune persone soffrono di regolari abbuffate, che però compensano con comportamenti problematici, come il vomito, l’abuso di lassativi, digiuni o attività fisica esagerata. Spesso le persone credono che si tratti solo di un modo per tenere sotto controllo il proprio peso, in realtà si instaura un circolo vizioso: all’abbuffata segue un comportamento compensatorio, che però causa nel corpo una carenza, alla quale segue la prossima abbuffata. In questo caso parliamo di bulimia, o bulimia nervosa. La bulimia (come anche l’anoressia) è caratterizzata da
  • continui pensieri rivolti al cibo e al proprio peso,
  • sensazione di fallimento
  • un’autostima che dipende quasi esclusivamente dal peso e dalla figura corporea. 
Il nostro test di autovalutazione può essere d'aiuto per capire se si soffre di un disturbo alimentare.
A Bolzano offriamo prime consulenze per fare chiarezza e valutare cosa fare
immagine da un nostro opuscolo

Chi è in sovrappeso soffre di un Disturbo Alimentare?

Chi è in sovrappeso soffre di un Disturbo Alimentare?

Non sempre il sovrappeso o l'obesità sono causati da un Disturbo del Comportamento Alimentare. Un peso eccessivo può essere sintomo di altri disturbi o essere causato situazioni particolari, come p.es l'assunzione di certi farmaci o una pregressa obesità infantile.
Quando il sovrappeso è causato da un Disturbo Alimentare, si tratta del Disturbo da Alimentazione Incontrollata (DAI), detto anche Disturbo da abbuffate compulsive o Binge Eating Disorder.
Il sovrappeso viene definito con l’aiuto dell’indice di massa corporea (BMI). Quando il sovrappeso supera una certa soglia, si parla di obesità.
Oggigiorno vengono spesso considerate in sovrappeso persone che hanno un alto normopeso, perché l’esaltazione della magrezza ha cambiato la nostra immagine corporea. Molte persone subiscono bodyshaming a causa della loro figura corporea un po’ più tonda, o vengono incitate a dimagrire, nonostante non ve ne sia la necessità.
Per valutare se il sovrappeso è causato da un Disturbo di Alimentazione Incontrollata, è bene rivolgersi ad un consultorio specializzato. In caso di dubbio potete richiedere una consulenza. Alcuni indizi li può dare anche il nostro test di autovalutazione.
 
Botero - Picnic

Anche gli uomini possono ammalarsi di disturbi alimentari?

Anche gli uomini possono ammalarsi di disturbi alimentari?

Sì, anche i maschi si possono ammalare di un DCA. Il 5-10% dei pazienti anoressici e il 10-15% di quelli affetti da bulimia sono uomini. Il Binge Eating è diffuso similmente tra uomini e donne.

Nei ragazzi però i disturbi si manifestano in maniera diversa. Di solito non iniziano con un tentativo di dimagrire, ma di ottimizzare le proprie prestazioni fisiche e aumentare la massa muscolare. Quando l'attività fisica diventa un'ossessione e viene accompagnata da un controllo molto rigido dell’alimentazione, con diete speciali e non equilibrate e troppi shake proteici o anabolizzanti, la situazione è critica. Qui si parla anche di dismorfia muscolare (Bigorexia, complesso di Adone).
Attraverso questo comportamento alimentare anche i maschi vivono il piacere del controllo. Quando la situazione sdrucciola, il quadro clinico degli uomini affetti è del tutto simile a quello delle donne. I criteri diagnostici sono – con alcune eccezioni – gli stessi. 

Questo breve test di autovalutazione può dare una prima risposta a uomini che non sono sicuri di soffrire di un disturbo alimentare o no. 

Come possiamo noi genitori impedire che nostra/o figlia/o si ammali di un disturbo alimentare?

Come possiamo noi genitori impedire che nostra/o figlia/o si ammali di un disturbo alimentare?

  • Cercate di individuare problemi reali e di affrontarli con la giusta rilassatezza. 
  • Evitate che la magrezza o la prestanza fisica siano considerati dei valori a cui ambire. Potete riflettere e discuterne insieme alle vostre figlie e figli, mettere in discussione gli ideali di bellezza in genere e soprattutto fungere da modello da pendere d’esempio
  • parlate amorevolmente del vostro corpo e non commentate il corpo degli altri.
  • Anche discorsi sul peso corporeo andrebbero evitati in famiglia.
  • Il controllo continuo del peso tramite bilancia, calcoli di IMC, conto delle calorie o diete non favoriscono lo sviluppo di una sana percezione corporea nelle vostre figlie e i vostri figli.
  • Cercate di favorire un rapporto sano col cibo: programmate insieme alla famiglia cosa cucinare, coinvolgete i figli e le figlie nella preparazione. Non usate il cibo per far fronte alla noia o premiare un comportamento. Mettete a disposizione una varietà di cose e non vietate nulla. Anche i dolci, se mangiati con parsimonia, non sono dannosi.
  • Cercate di aiutare i vostri figli e figlie a sviluppare una sana autostima. La stima di sé è l’antidoto migliore per contrastare qualsiasi disturbo. Aiutate vostra figlia/o a scoprire i suoi interessi e ad affinare le proprie capacità, date loro dei feedback positivi, valorizzate le loro caratteristiche più che le loro prestazioni (scolastiche, sportive).
  • Se vostra figlia o figlio dovesse avere un comportamento alimentare poco sano o una percezione distorta del proprio corpo, non esitate a chiedere aiuto.

È colpa dei genitori se i figli o le figlie sono in sovrappeso?

È colpa dei genitori se i figli o le figlie sono in sovrappeso?

Non c'è mai una sola causa che porta ad un sovrappeso, ma devono entrare in gioco diversi fattori:
  • Predisposizione genetica
  • un apporto calorico eccessivo dovuto ad abitudini alimentari sbagliate
  • scarsa attività fisica
  • fattori sociali e psicologici 
I genitori hanno il compito di stimolare i bambini a fare movimento e ad alimentarsi in modo equilibrato, soprattutto dando il buon esempio. Se però i bambini aumentano di peso comunque, le cause potrebbero essere dei problemi fisici o psichici e in questo caso una consulenza potrebbe essere d’aiuto. 

Credo che una mia conoscente soffra di un DCA. Che posso fare?

Credo che una mia conoscente soffra di un DCA. Che posso fare?

Chi ha il sospetto che la propria figlia, figlio, sorella, fratello, partner, alunna, soffra di un disturbo alimentare, solitamente è preoccupato/a e ritiene di dover fare subito qualcosa per dare aiuto. È giusto darsi da fare, ma a volte è ancora meglio prendersi il tempo necessario per capire e valutare bene la situazione.

Cercare il dialogo è sempre il primo passo, ma richiede tempo e cautela. Bisogna trovare le parole giuste, il momento propizio e soprattutto la persona adatta a comunicare con la ragazza o il ragazzo. 
La cosa migliore è sempre quella di parlare delle proprie preoccupazioni. È importante essere chiari e sinceri nel mostrare interesse e apprensione (p.es. "Vedo che non stai bene e sono preoccupata per te." o "Ho l’impressione che ci sia qualcosa che ti pesa."). I rimproveri servono a poco. Frasi come "Sei troppo magra, devi mangiare" o "Non mangi mai a tavola e poi ti riempi di porcherie fuori pasto" attirano scontro e risposte inadeguate. Anche argomenti logici e sensati non servono. Le ragazze/i ragazzi si chiudono ancora di più in se stesse/i, risultando irragionevoli.

I disturbi alimentari creano vergogna e sensi di colpa e difficilmente le persone colpite si aprono subito a chi offre il dialogo. Importante è mantenere il contatto e non demordere, offrire appoggio senza risultare invadenti o ossessivi. Un disturbo alimentare non nasce da un giorno all’altro e ci si può concedere un po’ di tempo per aiutare chi ne è colpito ad accettare aiuto. 
È sempre bene informarsi e far sapere alla persona interessata quali possibilità di aiuto esistono ed offrire il proprio sostegno, p.es. per prendere il primo appuntamento o andare in un consultorio. 

Anche famigliari o amici possono rivolgersi ad un consultorio per chiedere sostegno e aiuto. Più si è informati e si conosce il problema, più si trovano le parole giuste per affrontarlo. 

Ma anche se è importante mostrare disponibilità al dialogopazienza, parenti e amici non dovrebbero dimenticare di prendersi cura di sè stessi e di riconoscere i propri limiti. Rispettando sè stessi e i propri limiti si funge anche da buon esempio. È importante che il trattamento venga supportato da parenti e amici, ma la responsabilità principale è sempre della persona ammalata.
 

Mia sorella è così magra, eppure continua a vedersi grassa. Com‘è possibile?

Mia sorella è così magra, eppure continua a vedersi grassa. Com‘è possibile?

Una delle caratteristiche dell'anoressia è la percezione distorta del proprio corpo. Nonostante un evidente sottopeso le persone continuano a vedersi grasse. Non serve a nulla farglielo notare perché questo non cambia la loro percezione.

È importante invece capire la loro sofferenza ed esprimere la propria compassione. Quando si guardano allo specchio le ragazze ammalate vedono un essere mostruoso e soffrono tremendamente nel dover stare in quel corpo. 
 

Temo di avere un DCA. Che devo fare?

Temo di avere un DCA. Che devo fare?

Se non sei sicura/o se il tuo comportamento alimentare è problematico oppure no, questo breve test di autovalutazione ti può dare una prima risposta.

Ma indipendentemente dal risultato: Se sei agitata/o e preoccupata/o, richiedi una consulenza e vediamo insieme cosa fare.

Sono molto magra*o e me lo fanno spesso notare, alludendo ad un possibile disturbo. Come posso reagire?

Sono molto magra*o e me lo fanno spesso notare, alludendo ad un possibile disturbo. Come posso reagire?

Non è solo dal peso che si diagnostica un disturbo alimentare. Ognuno di noi ha un corpo unico e particolare. La nostra costituzione è determinata da molti fattori:
  • geni
  • metabolismo individuale
  • abitudini alimentari
  • attività fisica
  • malattie ecc.
Il sottopeso può avere diverse cause e non è sempre sintomo di un disturbo alimentare. Se il sottopeso è dovuto ad un dimagrimento non voluto, è importante rivolgersi al medico di base per degli accertamenti. Se invece tu stessa*o hai dei dubbi che possa trattarsi di un disturbo alimentare, prova a fare il nostro test di autovalutazione. Puoi anche rivolgerti a noi per una consulenza.
Se sei infastidita*o dalle continue osservazioni sul tuo peso, prova a preparati delle risposte adeguate. Probabilmente le persone vogliono solamente dimostrare la loro preoccupazione per te. Se però senti che superano i limiti, puoi tranquillamente farlo notare.
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